A cura di Marialba Albisinni – Psicologa, Psicoterapeuta
Ognuno di noi ha un “comportamento di attaccamento” verso la persona di cui sente il bisogno di vicinanza. L’attaccamento duraturo si traduce in un “legame di attaccamento” che implica una selezione poiché è riservata a pochissimi individui.
La funzione che viene attribuita alle persone scelte è quella della “protezione”, di un “senso di sicurezza” e “conforto”, solitamente un genitore, un partner, una figura di riferimento. Questo tipo di legame a lungo andare crea “senso di sicurezza”, “fiducia” e “conforto”.
Se la relazione è gratificante, c’è gioia e senso di sicurezza ma se è minacciata c’è gelosia, angoscia e rabbia. Se viene interrotta irrompe l’angoscia e il dolore.
Tuttavia per comprendere più a fondo le nostre relazione sane o disfunzionali dobbiamo sempre fare un salto in quella dimensione in cui è stata vissuta la nostra infanzia piena di relazioni significative, per i più fortunati tali relazioni sono state tendenzialmente rassicuranti, per altre persone purtroppo più instabili, ansiogene, invadenti, o persino traumatizzanti.
Questo dato esperienziale farà la differenza nella nostra organizzazione emotiva e nella nostra possibilità di scegliere o meno persone simili solo a ciò che conosciamo e a ciò che in passato ha strutturato un legame.
Se per esempio il legame di attaccamento con la figura di riferimento è stato sicuro, rassicurante tendenzialmente noi tenderemo a scegliere questa tipologia di persone e saremo più appagati dalle relazioni.
Se la figura di riferimento ci ha caricato per es. di ansia, sovraccaricandoci e noi ce ne siamo presi in qualche modo cura, probabilmente tenderemo a scegliere persone di cui occuparci ma di cui non sapremo prendere nulla, poiché il legame affettivo è instaurato attraverso la cura unidirezionale dell’altro “bisognoso”.
Lo stesso discorso vale se la nostra figura di riferimento è stata problematica o depressa, noi ci organizziamo per accudirla e così ci ritroviamo, da grandi, in relazioni per cui il legame affettivo segue lo schema “io ti curo” ma “non chiedo nulla” poiché non lo so fare, oppure se lo faccio destabilizzo il mio schema organizzativo che ha che fare con l’idea dell’amore.
Altro caso è per es. se io ho avuto un genitore freddo e distaccato emotivamente da me, non rispondente ai miei bisogni, tenderò ad avere un legame di distanza anche con gli altri.
Lo stesso vale per le relazioni maltrattanti, si sviluppa l’idea che il legame affettivo equivale ad essere umiliato o maltrattato e quindi gli schemi si ripetono all’infinito fino a che mi accorgo che sono infelice e inappagata.
I legami affettivi sono importanti per la salute mentale di tutti noi, abbiam bisogno di trovare il nostro posto sicuro anche nelle relazioni, la consapevolezza aiuta a comprendere quanto si è incastrati in relazioni disfunzionali e malsane; esplorare la storia personale ci aiuta a capire i meccanismi reiteranti in cui ci siamo adagiati. Poiché il percorso della vita di ognuno di noi ci obbliga spesso a vivere esperienze spiacevoli, quali perdite, ingiustizie, malattie etc. abbiam bisogno di avere un nostro posto sicuro in cui possiamo chiedere, essere confortati, sostenuti e capiti quando è necessario. L’essere umano ha bisogno di scegliere benessere, poiché il malessere transitorio inevitabilmente arriva, ma spesso è necessario lavorare tanto con se stessi per capirlo e seguire un percorso di vita più sano.
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